Riabilitazione Neuropsicologica
Che Cos’è?
La Riabilitazione Neuropsicologica è importante nell’invecchiamento patologico e serve a contrastare l’avanzamento della malattia. Essa infatti, fornisce alle persone con demenza, attività studiate per stimolare il pensiero, la memoria e l’interazione sociale e per rallentare la progressione dei sintomi della malattia.
La Riabilitazione si basa sul concetto di neuro-plasticità e di riserva cognitiva, esistono infatti delle zone del cervello dette silenti che subentrano nel momento in cui si presenta una lesione o un deficit cerebrale. Grazie a questa “riserva”, il cervello è in grado di supportare meglio eventuali danni che si possono verificare.
L’esercizio è in grado di fortificare la cellula nervosa e di mitigare eventuali danni. Quindi, se un neurone danneggiato è connesso ad altri neuroni danneggiati, è probabile che muoia mentre se esso è connesso a neuroni vitali e funzionanti questi saranno in grado di alimentare il neurone leso consentendogli di funzionare il più a lungo possibile.
Se ne deduce quindi che l’esercizio mentale può essere paragonato ad una sorta di ginnastica in grado di modificare la vitalità e l’architettura dei neuroni, quindi stimolare il cervello ha lo scopo di contrastare le perdita delle abilità residue.
Il deterioramento cognitivo non si presenta in tutti i soggetti con le stesse caratteristiche e con lo stesso livello di gravità. Fare riabilitazione neuropsicologica vuole dire innanzitutto conoscere il livello di funzionamento complessivo e specifico, quindi modulare l’attività riabilitativa in modo da promuovere l’utilizzo delle capacità conservate.
Come viene praticata?
Le pratica di Riabilitazione Neuropsicologica, nelle demenze, rappresentano terapie non farmacologiche che sono rivolte sia alla sfera cognitiva che alla sfera emotiva. L’obiettivo di questi interventi è migliorare la qualità della vita del malato e di chi se ne prende cura lungo tutto il decorso della patologia. Naturalmente è importante avere obiettivi realistici, in quanto è necessario tener conto di molti aspetti come: la fase in cui è la malattia, le caratteristiche della persona e la sua storia clinica. Si può fare tanto sotto molti aspetti e per ottenere il miglior risultato possibile, bisogna realizzare diverse attività con diversi obiettivi a seconda dello stadio della demenza.
Le terapie possono essere svolte singolarmente o in gruppo:
Terapie Singole: Si gode del vantaggio della progettazione di una terapia personalizzata, mirata al raggiungimento di obiettivi specifici definiti con il malato e i suoi familiari, che può essere svolta anche a domicilio. È inoltre potenziata dal supporto costante del neuropsicologo durante la seduta e vi è la possibilità di formare il famigliare per la continuazione delle attività a casa.
Terapie di gruppo: Si effettuano minor numero di sedute, ma di durata maggiore. Il gruppo è strutturato per essere omogeneo per livello cognitivo, in modo che ogni partecipante sia da stimolo per gli altri. È inoltre utile per promuovere la socialità ed è un importante mezzo per combattere l’apatia e il ritiro sociale che spesso si associano alla demenza. L’intervento di gruppo offre anche sollievo ai famigliari, permettendogli di ricavare del tempo da dedicare a se stessi.
Efficacia dei Trattamenti di Stimolazione Cognitiva
Nel 2011 il Rapporto Mondiale Alzheimer raccomanda di sottoporre regolarmente a stimolazione cognitiva tutte le persone affette da demenza nei primi stadi della malattia. L’interesse per questa terapia è quindi aumentato negli anni.
Per fare maggior chiarezza, queste ricerche sono state raccolte e analizzate della “Cochrane Collaboration”, un’iniziativa internazionale no-profit nata con lo scopo di raccogliere, valutare criticamente e diffondere, le informazioni relative all’efficacia degli interventi sanitari. Nella “Cochrane Library” sono raccolte le revisioni sistematiche che sintetizzano e valutano criticamente tutte le prove disponibili in letteratura riguardo all’efficacia degli interventi sanitari. La rassegna sull’efficacia della stimolazione cognitiva nella demenza ha incluso 15 studi casuali controllati che hanno coinvolto 718 persone con demenza da lieve a moderata, principalmente affette da malattia di Alzheimer o demenza vascolare.
I partecipanti sono stati trattati in piccoli gruppi e coinvolti in diverse attività di stimolazione cognitiva, quali dibattiti, giochi, musicoterapia e terapia occupazionale. Tutte le attività erano progettate per stimolare il pensiero e la memoria. I miglioramenti osservati nei partecipanti di questi gruppi sono poi stati confrontati con quelli rilevati in persone che non erano state sottoposte a terapia o che erano state trattate solo con “terapie standard”, quali le visite periodiche di operatori ed educatori o attività alternative, come guardare la TV o fare attività fisica.
I risultati più sorprendenti sono quelli relativi agli effetti positivi della stimolazione cognitiva sulle prestazioni nei test cognitivi, che mostrano un significativo miglioramento nella memoria e nel pensiero. Questi benefici inoltre durano nel tempo, in quanto si mantengono anche a distanza di tre mesi dal trattamento. Si evidenziano anche effetti positivi sull’interazione sociale, le capacità di comunicazione e sulla qualità della vita in generale, come riferito dagli stessi malati e dai loro familiari.